Autunno


è un mondo senza autunno, ora.
solo case e alberi stranieri che sfilano
rassegnati dai finestrini.

per ritrovare l’autunno devo evocare i ricordi. e allora spengo il motore alla prima parvenza di campagna. annuso l’odore della pioggia e chiudo gli occhi.

erano foglie vere, quelle che pavimentavano giornate lente di gioventù. erano foglie lente di sorrisi e di malinconie. di baci rubati all’ombra accennata di platani antichi. di mani acerbe che si cercano. di passi strascicati contro il timido sole accoccolato sull’acqua della sera. era l’autunno profumato dai versi di verlaine. e dai colori languidi di pomeriggi attesi. e dagli occhioni incantati delle fanciulle in fiore. era l’autunno immaginato sui banchi del liceo. mentre l’austera prof cantilenava esametri stantii, e noi ci scambiavamo sguardi di innocente complicità.

era l’autunno disegnato sulle sdrucite pagine del diario. con le sue tristezze amate. e le prime foto. le prime birre. le prime sigarette.

ora, è un mondo senza autunno.
solo case e alberi stranieri che sfilano
rassegnati dai finestrini.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *